Il 2016 è l’anno che segna il sodalizio tra l’artista Ida La Rana e la casa editrice Il quaderno edizioni. “Con una certa emozione abbiamo il piacere di annunciare che, dopo un anno di lavori in corso, di prove, riprove, controprove, sono finalmente pronti i nuovi libri de Il quaderno edizioni. Abbiamo rinnovato tutto: la grafica, la carta, i font, l’impaginazione e perfino il logo. E con tutto intendiamo anche il sito, la newsletter, gli inviti… in una parola l’intera comunicazione visiva delle nostre ormai molteplici attività: libri, corsi, festival, eventi. Perciò, d’ora in avanti, a parte qualche raso caso, tutti i libri de Il quaderno edizioni, ristampe incluse, usciranno con la nuova veste grafica firmata Ida La Rana.” Inizia così il comunicato diretto alla stampa lanciato da Il quaderno edizioni per segnare un nuovo percorso editoriale e di collaborazione con l’artista oplontina che ha alle spalle un curriculum nel campo di tutto rispetto, compresa la pubblicazione di testi e albi illustrati che hanno riscosso il favore di pubblico e critica prima in Germania e poi, per contraddire il “nemoprofeta in patria”, anche in Italia. A volere fortemente questo nuovo inizio è stato il presidente Stefania Spisto che con noi è entrata nei dettagli del complesso universo delle copertine dei libri: affascinante, discusso e in costante evoluzione.
Stefania Spisto: “Prima di compiere questo passo, ci siamo interrogati sul futuro del libro e sull’importanza che oggi riveste l’immagine nella comunicazione e nella trasmissione dei saperi. Le copertine non hanno solo la funzione di proteggere il libro dall’usura, ma hanno una dimensione e una dignità tutta loro ed assumono il compito di introdurci in un’atmosfera, uno spazio che deve non solo intrigare e catturare, ma soprattutto indicare un percorso che verrà evocato durante la lettura. L’immagine della cover quindi interagisce con il lettore, perché è parte del tutto: invita ad addentrarsi, conduce per offrire la definizione dell’identità di un immaginario evocato.
Può avere un pubblico molto ampio, differenziato, non adattarsi a tutte le culture: infatti si dice che in Oriente un libro mormori, mentre in Occidente tenda a urlare. Questione di pensiero. E di marketing. Perché una buona copertina crea una voce che sussurra e crea intimità fra il lettore e il libro; chiuso, posato sul comodino, un libro lascia di sé l’immagine familiare che rimanda alla prossima lettura. La copertina ha una forza competitiva: spinge, sgomita, emerge. Perché comprare un’edizione piuttosto che un’altra? Una copertina giusta (con tutte le variabili attribuibili al concetto etico ed estetico) può far pendere la scelta a favore di un’edizione e sfavorirne altre. Così una copertina sbagliata (non brutta, giacché l’estetica è pencolante) potrebbe far magazzino. Questa riflessione è sempre stata al centro dei nostri dibattiti, condizionando i tempi delle pubblicazioni della nostra rivista, perché la grafica non era in sintonia con il messaggio che volevamo divulgare. Finché non abbiamo incontrato Ida La Rana e abbiamo avuto modo di apprezzarla prima come autrice e poi come illustratrice. Credo sia un vero talento: riesce a pensare il libro come un progetto d’insieme, a trarre ispirazione da una frase, una parola e poi cura i particolari. In questo modo le copertine sono dei veri e propri quadri d’autore, originali e preziosi. In questo modo ci proponiamo di dare valenza culturale e di buon gusto anche alla grafica nel suo insieme e nel suo intento emozionale.”